Psicologa - Psicoterapeuta

Psicologa - Psicoterapeuta

Psicologa e psicoterapeuta

Le psicologhe-psicoterapeute nel nostro Studio si occupano di:

Età evolutiva: valutazione, diagnosi e trattamento:

  • Difficoltà di comportamento
  • Sindrome da deficit di attenzione e iperattività ADHD
  • Disturbo della condotta DC
  • Disturbo oppositivo provocatorio DOP
  • Altri disturbi comportamentali
  • Difficoltà o disturbi di apprendimento
  • Balbuzie

Per l’età adolescenziale ed adulta: consulenze e interventi in situazioni di:

-Disagio psicologico

  • Ai minori e adulti
  • A genitori e figli
  • A insegnanti e gruppi classe

-Comunicazione

  • Balbuzie

Per l’età adulta Valutazione, trattamento e sostegno familiare in caso di compromissioni a livello cognitivo, che possono verificarsi a causa di una condizione degenerativa, come la malattia di Alzheimer, la malattia di Parkinson o la sclerosi multipla, oppure in seguito a un evento cerebrale improvviso, come ictus o traumi cranici, o ancora a seguito di un intervento neurochirurgico.


Le dottoresse nel nostro studio sono: Elisa Temporin, Marika Amidei, Simona Bernardini, Anna Vanacore, Sara Fenzo

Ambiti

Balbuzie

Disagio psicologico. Comunicazione. Balbuzie

Come si manifesta

Bambini dai 34 mesi - adulti

La balbuzie è un disturbo della comunicazione che insorge prevalentemente in tenera età (intorno ai 34 mesi) spesso in modo improvviso e, se non trattato, può cronicizzare e permanere anche nell’età adulta. La persona che balbetta, ha in mente con precisione ciò che vuole dire, ma non è in grado di esprimere fluentemente nello stesso momento il proprio pensiero, a causa del presentarsi di “disfluenze” (interruzioni nel normale fluire dell’eloquio) che producono nell’ascoltatore una sensazione di interruzione del ritmo della conversazione.

Ci sono quattro fattori principali che contribuiscono allo sviluppo della balbuzie:

  • Genetici Circa il 70 % dei bambini che balbettano hanno parenti che a loro volta sono o sono stati balbuzienti.
  • FisiologiciSsviluppo linguistico eccessivamente precoce o più spesso in ritardo, con difficoltà fonologiche ove i suoni non vengono pronunciati correttamente.
  • Neurofisiologici Grazie a recenti studi di visualizzazione delle strutture e delle funzioni cerebrali, si è potuto rilevare un processamento dell’eloquio leggermente ritardato, rispetto a quello dei normofluenti, che comprometterebbe la realizzazione verbale.
  • Scatenanti Richieste linguistiche eccessive da parte dell’ambiente e/o elevata reattività emotiva del soggetto.

La combinazione dei sopracitati fattori determina l’insorgenza e il mantenimento del disturbo

Quando preoccuparsi?

E’ meglio intervenire se il bambino, dopo sei mesi dall’insorgenza, continua a presentare disfluenze (interruzioni nella normale scorrevolezza dell’eloquio): indicativamente 10 disfluenze ogni 100 parole, con tensione, sforzo e manifesta anche consapevolezza/ disagio verso il disturbo.

Prima si interviene, meglio è.

Oltre 68 milioni di persone nel mondo balbettano. Nell’arco della vita il 5% delle persone hanno avuto esperienze di balbuzie e circa l’1% ha mantenuto nel tempo il disturbo.

La ricerca ha stabilito che la prognosi è tanto migliore quanto è minore l'intervallo temporale che separa l'insorgenza della balbuzie dal primo intervento terapeutico (che con particolari modalità può essere eseguito anche in età molto precoce, dai 3 anni in poi). Ad aspettare troppo si rischia che la balbuzie si consolidi.

Il nostro intervento

1) Valutazione, Diagnosi

2) Terapia

Fascia d’età: prescolare, scolare, adolescenziale, adulta

La valutazione e la terapia si diversificano a secondo dell’età.

1) Valutazione, Diagnosi

L’intervento proposto, in accordo con i protocolli internazionali, è effettuato in equipe.

  • Il logopedista, nella fase di valutazione con i bambini in età prescolare, effettua un’intervista dettagliata, osserva le modalità comunicative e somministra test standardizzati per valutare il livello linguistico raggiunto. L’intervento di terapia si differenzia in riferimento all’età.
  • Lo psicologo nella fase di valutazione somministra test standardizzati per il “livello di severità” del disturbo nelle differenti fasce d’età (bambini prescolari, scolari, adulti). Inoltre sonda l’attitudine comunicativa del paziente utilizzando (a partire dai 3 anni di età) questionari e batterie di test standardizzati creati specificatamente per le persone che balbettano. Questi permettono di rilevare gli aspetti emotivi, i vissuti ed il disagio manifestati in relazione al disturbo. Nel trattamento si lavora per ridurre la frequenza della balbuzie, per gestire la paura e l’ansia situazionale legate al timore di balbettare e di non essere per questo giudicato positivamente dall’interlocutore. Se necessario aiuta il paziente nella gestione delle prese in giro.

2) Terapia

La terapia si diversifica a secondo dell’età.

  • Nel bambino in età prescolare gli obiettivi di terapia sono la modificazione delle richieste ambientali attraverso un counseling parentale specifico e l’aumento di fluenza attraverso il modellamento verbale. Attualmente, per questa fascia d’età, sta ricevendo ampio consenso in ambito internazionale il metodo Lidcombe.
  • Con i bambini in età scolare e gli adolescenti, è ampiamente utilizzata anche l’Interazione Comunicativa del M. Palin Center che si pone la finalità di favorire il cambiamento del comportamento verbale comunicativo e di facilitare la consapevolezza e il miglioramento dell’efficacia comunicativa. Inoltre, attraverso l’apprendimento di abilità sociali e l’utilizzo del problem solving, viene attenuato il disagio associato al disturbo.
  • Con le persone adulte l’obiettivo della terapia è quello di apprendere tecniche logopediche atte sia a facilitare la fluenza sia a superare i momenti di balbuzie. Ugualmente importante in questa fascia d’età è il lavoro psicologico volto a ridurre le rinunce e le deleghe comunicative e a portare il paziente a viversi come un “abile comunicatore”.
Terapia Cognitivo-Comportamentale (CBT). Metodo della terapia:

È una terapia direttiva, e di breve durata, orientata sul presente. Il terapeuta aiuta il paziente ad assumere un ruolo attivo durante tutto il percorso in modo da divenire così artefice del proprio cambiamento. La finalità della terapia è quella di facilitare la riduzione e l'eliminazione del sintomo o del disturbo psicologico attraverso l’acquisizione di strategie che gli permetteranno di modificare le emozioni negative e i comportamenti che creano disagio. La CBT poggia su una base sperimentale e un metodo scientifico e la sua efficacia nel trattamento di numerosi disturbi psicopatologici (balbuzie, attacchi di panico, disturbi d’ansia, disturbo ossessivo-compulsivo etc.) è stata riconosciuta in ambito internazionale.

Per un approfondimento vedere:

-Il sito in inglese http://www.stutteringhelp.org/

-Balbuzie nel bambino http://www.educazione-emotiva.it/balbuzie-bambino.html

-Sito Dottoressa Simona Bernardini


Compromissioni a livello cognitivo

Valutazione Neuropsicologica

La valutazione neuropsicologica nell’adulto viene effettuata per valutare eventuali compromissioni a livello cognitivo, che possono verificarsi a causa di una condizione degenerativa, come la malattia di Alzheimer, la malattia di Parkinson o la sclerosi multipla, oppure in seguito a un evento cerebrale improvviso, come ictus o traumi cranici, o ancora a seguito di un intervento neurochirurgico. Parliamo di capacità cognitive quali tra le altre memoria, attenzione, orientamento, linguaggio, capacità di pianificazione e di ragionamento logico. Attraverso l’esame neuropsicologico è possibile definire o meno la presenza di tali modificazioni e predisporre di conseguenza degli interventi adeguati di recupero, assistenza e riabilitazione.

La valutazione neuropsicologica si compone di varie fasi. La prima si caratterizza per una raccolta anamnestica di dati con il paziente e con i familiari. La seconda fase consiste nella somministrazione dei test alla quale seguirà una elaborazione dei punteggi ottenuti e dalla compilazione del referto. Infine, vi è la fase di restituzione in cui il professionista comunica cosa è emerso dalla valutazione e propone un piano riabilitativo o di stimolazione cognitiva in relazione al caso.

Supporto e sostegno psicologico:

I pazienti che subiscono un danno neurologico si trovano quasi sempre ad affrontare una condizione di disabilità transitoria o permanente che comporta cambiamenti drammatici a livello fisico, psicologico e sociale. L’intervento dello psicologo si prefigura come un accompagnamento per sostenere il paziente nel recupero delle capacità residue, per favorire e sostenere una elaborazione della perdita, per acquisire strategie di adattamento e individuare i mezzi e gli strumenti più funzionali a gestire una situazione difficile. Lo psicologo accoglie anche i familiari per colloqui di sostegno con l’obiettivo di fornire indicazioni educative relative al trattamento e alla malattia e aiutarli a far fronte emotivamente alla situazione.

Riabilitazione Cognitiva

La riabilitazione neuropsicologica si occupa dell’intervento terapeutico per individui con deficit cognitivi e comportamentali causati da lesioni o disfunzioni del sistema nervoso centrale, come traumi cranici, ictus, malattie neurodegenerative o disturbi del neurosviluppo. L’obiettivo principale della riabilitazione neuropsicologica è di aiutare le persone a recuperare o a compensare le funzioni cognitive compromesse, migliorando la loro qualità di vita e il loro funzionamento quotidiano. Questo tipo di riabilitazione coinvolge una valutazione completa delle funzioni cognitive, emotive e comportamentali dell’individuo, al fine di identificare le aree di deficit e le risorse residue.

Stimolazione Cognitiva

La stimolazione cognitiva è un intervento finalizzato a migliorare il benessere complessivo delle persone affette da patologie neurodegenerative, promuovendo la riattivazione delle competenze residue. L'obiettivo di questo trattamento non farmacologico è ritardare al massimo la perdita delle capacità cognitive e delle attività quotidiane non ancora colpite dalla malattia. Inoltre, si mira a implementare alcune modifiche nell'ambiente e nei comportamenti delle persone che circondano il paziente.

Trattamento per i disturbi cognitivi

Il numero di sedute viene concordato sulla base di quanto emerso in valutazione. È importante sottolineare che i servizi di riabilitazione e stimolazione sono processi complessi e individualizzati, in cui le strategie e gli obiettivi terapeutici vengono adattati alle specifiche esigenze di ciascun paziente. La durata e l’intensità del trattamento dipendono dalla gravità del deficit e dalla risposta individuale alla terapia.

SERVIZIO A DOMICILIO

Per la persona affetta da problematiche cognitive/neurologiche, specialmente se anziana, muoversi dalla propria casa può rappresentare una vera e propria sfida. Per questi motivi gli interventi di valutazione e riabilitazione possono essere svolti anche al domicilio del paziente, accordando con il professionista il giorno e l’orario dell’incontro. Ad oggi, l’intervento a domicilio sarà riservato a chi risiede nella città di Venezia (Centro storico).

Potenziamento Cognitivo

Il potenziamento cognitivo mira a preservare la salute mentale delle persone anziane senza compromissioni neurologiche, con l'obiettivo di ritardare il normale processo di invecchiamento cognitivo e favorire il mantenimento dell'autonomia personale il più a lungo possibile. Si tratta di un intervento non farmacologico volto a potenziare globalmente le funzioni cognitive e a fornire un allenamento specifico per le capacità cognitive che tendono a essere più suscettibili agli effetti dell'invecchiamento.